Manon de Lastens




Manon de Lastens (1982) lives and works in Paris, France.
http://manondelastens.com/


"Those who reproduce, question and transform reality, they do it because they cannot get used to it. I dream the world because it is foreign to me.
Everything is scenery, characters, trompe l'oeil. All is beauty, inability anxieties. What we see is interesting because it is not true.
Therefore we must catch the thought that betrays the incoherence, the smile, the unlikely movement. And imagine other worlds.
I think in the end we talk about ourselves. Nevertheless, art is a medium that allows, through the sublimation of our thoughts, to believe that something other than ourselves does exist.
My work examines our relations with the world, that is to say both the way we set ourselves up (relationships, eroticism) and our ways of living in this world (loneliness, unhappiness and, occasionally, well-being)".


LA LÍNEA DESNUDA - Manon de Lastens introduced by curator and artist Alfonso Jiménez Méndez (in Italian)

I disegni di Manon de Lastens hanno come elemento principale il tratto. Il bianco del supporto occupa praticamente la totalità dell'opera, un vuoto interrotto solo dalla linea che dà forma ai personaggi ed ai loro più intimi pensieri. Una rappresentazione teatrale senza scenario, dove il vuoto inonda le sue protagoniste e tutto ciò che le circonda.
Nelle opere di de Lastens, l'essenza si incontra nella forma e la forma, ovvero l'espressione fragile e categorica allo stesso tempo, è l'unica essenza che esiste.
Questa linea spoglia, con tutta la sua delicatezza e consistenza assume sfumature teatrali. Nell'opera, nudità, fragilità, solitudine, tradimento e sofferenza sono protagonisti di una tragedia classica. Il dramma è la relazione tra Eros e Pathos; la passione, che censura tutte le cose, lascia soltanto l'oggetto del desiderio, desiderio e solitudine sono il primo capitolo di questa tragedia.
Nella solitudine, come nell'amore, ci denudiamo e la fragilità del corpo riflette la fragilità interiore, questa fragilità definita come sensibilità alla violenza e al tradimento, invita alla sofferenza. In questo momento di debolezza, di solitudine, cancellare il mondo che ci circonda, ovvero il vuoto, sembra la migliore opzione per proteggere la fragilità stessa. È in questo preciso momento che l'artista strappa le sue protagoniste dalla scena e ce le presenta all'apice della rappresentazione. In questo momento di trasformazione o di peripezia aristotelica, ciò che era il desiderio, con tutte le sue promesse di felicità, ci tradisce per trasformarsi in sofferenza e solitudine, in uno sguardo verso il passato, in un tentativo di comprendere se la solitudine fosse la causa o l'effetto.


 
Crépuscules, 2011, oil on wood, 99 x 58.5 cm.

Crépuscules, 2011, oil on wood, 99 x 58.5 cm.

Autoportrait miroir, 2012, oil on wood, 55 x 46 cm.


Censure Prise, 2014, ink on paper, 30 x 20 cm


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